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SHRINE ON YOU, FELA GOES CLASSICAL
Sidecar/Brutture Moderne/Goodfellas 2011
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“… L’esito dell’azzardato esperimento è a dir poco entusiasmante: non solo l’energia pulsante degli originali non è stata dispersa, ma le sfumature barocche degli arrangiamenti generano una strana chimera, elegante e sinuosa…” (Alessandro Besselva Averame su IL MUCCHIO)
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“…un autentico colpo di genio… meravigliosa creatura pensata e diretta dal batterista Marco Zanotti, 11-piece ensemble perfettamente in bilico tra forma barocca e groove afrobeat…. straordinaria perizia tecnica filologicamente rispettosa del principio originario. Fusione miracolosa che, per una volta, ha convogliato sguardi rapiti dentro il perimetro di casa nostra. Voto 8“ (Mauro Zanda su BLOW UP)
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“… per quanto possa sembrare bizzarro un ensemble barocco che si mette a fare cover di Fela Kuti, l’azzardo funziona eccome. L’effetto è notevole e il documentario allegato su dvd un piacevole complemento. Voto 8” (Andrea Pomini su RUMORE)
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“… disco sorprendente e straniante al tempo stesso, uno scontro di musicalità così lontane e differenti da poter essere messo alla stregua di movimenti immani come quelli che spostano placche continentali, ma dagli effetti nient’affatto rovinosi e devastanti. E’ infatti un artificio che si realizza con stupefacente naturalità. Voto 8” (Elio Bussolino su ROCKERILLA)
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“La passione e l’ amore per questi suoni risuona in tutto il disco, che non cerca nessun effetto a sorpresa o eccessivo, cerca di esprimere l’ universalità senza tempo di questa musica…Ed il battito non cessa mai nelle nove tracce del disco, quanto il clavicembalo, un’ intuizione davvero geniale, crea i contrappunti più sensuali a queste composizioni” (Luigi Bertaccini, E20 ROMAGNA)
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“… serietà costantemente unita ad una stupenda leggerezza… Pareva una missione impossibile e invece l’orchestra diretta con gusto e sapienza dal batterista Marco Zanotti trova da subito, e non lo smarrisce mai, un equilibrio e una compenetrazione perfetti fra il barocco, niente di meno (lasciano specialmente stupefatti gli apporti di clavicembalo e viola da gamba) e l’implacabile groove della musica di Fela. E’ fusion o se preferite crossover nel senso altissimo del termine. Voto 8” (Eddy Cilìa su AUDIOREVIEW)
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“… una piccola meraviglia. L’alchimia che si genera fra il funk nigeriano e gli strumenti della Classica Orchestra Afrobeat è straordinaria, si crea un’atmosfera elegante ma carica di energia, estro e creatività. “Shrine On You” è una perla nata nella provincia di questa Italia che ogni tanto riesce ancora a sorprenderci con dei lavori belli, intelligenti e dal respiro internazionale.“ (Enrico Piazza su ROCKIT.IT)
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“Un colpo di genio per un esperimento azzardato, che ha messo d’accordo critica e pubblico. (Marco Riciputi, LA VOCE DI ROMAGNA)
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“…Afrobeat con variazioni classiche così riuscite da aver coinvolto anche i nativi afrobeat Seun Kuti e Kologbo. *** ” (Luca Valtorta – IL VENERDI DI REPUBBLICA)
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“…a rendere ancora più credibile l’operazione ci pensano un paio di ospiti: Seun Kuti, figlio di Fela e Kologbo, storico chitarrista degli Africa 70.“ (R.V. – STRUMENTI MUSICALI)
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“…uno dei più affascinanti progetti di questo 2011… una vera scossa al cuore. L’idea è semplice, ma immensa… reale fusione di ‘black groove’ e musica colta di scuola europea… Un lavoro di perizia e devozione, tra estro interpretativo ed aderenza ad un principio filologico ben netto, l’Orchestra alterna fedeltà ritmica a momenti di pura improvvisazione jazz ed ariose soluzioni barocche. Made in italy da esportazione.” (Simona Vallorani, INDIESFORBUNNIES)
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“…Un tributo inaspettato, originale, sentito e ottimamente eseguito. Se passano dalle vostre parti, lasciate a casa i pregiudizi e correte a comprare il biglietto.“ (Fabio Codias, STORIA DELLA MUSICA)
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“…questo afrobeat in formato complesso da camera ha un suo singolare, gustoso, perché. Il revival dell’afrobeat si prolunga ormai da una quindicina d’anni. Ma anche i più diligenti e sudati episodi di ricalco raramente riescono a restituire uno dei caratteri essenziali della musica di Fela: il suo fascino ipnotico. A cui, invece, in forme diverse e maniera sottile, arriva questo omaggio, per la via di un’ironica operazione di traduzione/tradimento. ***1/2“ (Marcello Lorrai, ROLLING STONES)
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“Il risultato è del tutto ragguardevole, nel senso che i bordoni ritmici e la circolarità africana non perdono di significato, ma diventano il terreno su cui coltivare nuovi suoni assolutamente compatibili e in cui sembra di ritrovare una primigenia continuità tra mondi apparentemente inconciliabili.“ (Sabelli, MUSICA JAZZ)
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“Una formula equilibrata che rispecchia il fascino di entrambe le tradizioni, quella africana e quella europea, con un osmosi che dimostra una piena assimilazione e comprensione della musica di Fela Kuti… un nuovo sguardo ‘pioneristico’ che con gioia sarebbe stato accolto nei confini della Repubblica di Kalakuta“ (Nirvanaformice, OTO)
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“I romagnoli incastonano begli assoli e riescono ad inserire proficuamente gli strumenti in vece del canto previsto dalla versione africana… Una lezione clamorosa e gagliarda di entusiasmo collettivo, tecnica strumentale e fantasia.” (Ciro de Rosa, FOLKBULLETIN)
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“la Classica Orchestra Afrobeat fa polpette di ogni barriera pregiudiziale sulla musica “non colta” e pone automaticamente ogni forma espressiva che abbia a che fare con suoni e vibrazioni organizzati emessi da strumenti di qualsiasi natura e genere, sotto un’unica cappella artistica… un lavoro musicalmente e socialmente degno di elogio.“ (Giulio Cancelliere, SILENZIOSA(MENTE))
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“Shrine On You è centrato sull’ottimo interplay dell’ensemble, un magistrale senso della misura al servizio di magnetiche versioni di pezzi clamorosi… Un disco che colma il cuore di vita. Voto: ****” (Giampaolo Cristofaro, AUDIODROME)
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AFROBEAT-MUSIC.BLOGSPOT.COM (ott 2011)
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REGARD SUR LE PASSE
Sidecar/Brutture Moderne/Audioglobe 2014
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“una multicolore rapsodia alla fratellanza. Un prodigio rappresentato dalla questa stupefacente interpretazione“ (Elio Bussolino su Rockerilla)
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“La COA applica con successo la sua originalissima formula. Bravi tutti. 8” (A.Besselva Averame su Rumore)
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“modi garbati senza scadere nel formalismo da camera” (P.Poggio su Blow Up)
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“Una curiosa collisione di immaginari sonori, un crogiolo di spunti che arricchisce un lavoro già ricco di suo e che rende il tutto decisamente fascinoso, lo stesso fascino antico che hanno le storie, quando parlano di sacrificio, coraggio e sconfitte.” (Federico Zampighi su Sentireascoltare)
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“Finalmente un dialogo concreto, non soltanto teorico, tra i ritmi di madre Africa e la musica colta europea” (Gianni Valentino su repubblica.it)
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“Proto-soul in radica di wenge” (Pier Andrea Canei su L’Internazionale)
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“Una celebrazione della storia e dello spirito identitario africani, un’inno all’incontro e alla mescolanza di tradizioni” (Carlo Bordone su Il Fatto Quotidiano)
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“Il valore storico e culturale del disco si affianca all’originale arrangiamento musicale che amalgama in maniera perfetta due musiche antiche, quella tradizionale africana e quella colta europea” (G.M. su Trova Roma di La Repubblica)
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“Quella della COA è musica atemporale, cosmopolita e multiculturale nel più ampio e profondo dei termini, un’ulteriore testimonianza del fatto che è attraverso la cultura e la conoscenza che si possono superare divisioni e paure del diverso. Grandissimo disco.” (Lino Brunetti su Buscadero)
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“non più soltanto la già pregiatissima rivisitazione degli stilemi africani con dinamiche concertistiche ma una perfetta unione tra le due realtà” (Nicolò Arpinati su Il Mucchio)
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“la COA torna a realizzare un’utopia… questo sguardo sul passato diventa l’ennesima dimostrazione di come la musica sappia catalizzare e armonizzare culture lingue e sonorità geograficamente distanti” Elio Bussolino su Rockerilla)
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[Rassegna stampa del debutto a Ravenna Festival]