SONG FROM THE FOREST
Popolo di cacciatori-raccoglitori famosi più che altro per la loro bassa statura e divisi in una mezza dozzina di tribù, i Pigmei vivono nella foresta pluviale africana, tra il Camerun e il Congo. Sono tradizionalmente nomadi, ma si stanno progressivamente sedentarizzando sotto la spinta di molteplici fattori, primo fra tutti l’imponente opera di deforestazione, che priva questi popoli delle risorse naturali (e simboliche) necessarie alla loro sopravvivenza biologica e culturale.
I loro incredibili canti polifonici sono famosi sin dall’antichità. Ne parlano Aristotele, Omero e ancora prima gli antichi Egizi convocavano gruppi di questi “bassi abitanti della foresta” per allietare i Faraoni. La musica dei Pigmei trascende qualsiasi genere o stile, si colloca a metà tra l’umano e il divino nel compenetrare il suono stesso della foresta, ambiente simbiotico nel quale essi vivono da sempre.
Louis Sarno, etnomusicologo del New Jersey, vive con la tribù dei Pigmei Baka da più di trent’anni, ha scritto alcuni libri e raccolto centinaia di registrazioni di polifonie e di ritmi, quelli degli anziani e quelli dei giovani, canti legati alla caccia o ad altri momenti della vita comunitaria. La sua singolare e avventurosa esperienza ha attirato l’interesse, tra gli altri, di Brian Eno e Jim Jarmusch, che a più riprese lo hanno aiutato. L’unico suo libro finora pubblicato si intitola SONG FROM THE FOREST, scritto nel 1992 ed ora ristampato in diverse lingue. In italiano esiste una vecchia edizione quasi introvabile intitolata Il canto della foresta (ed.Garzanti 1995)
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E’ il racconto in prima persona dell’avventuroso incontro con questo popolo avvolto a prima vista da una coltre di bizzarria e di pigrizia, della successiva amicizia e della finale comprensione del suo misterioso mondo di armonia con la natura e di musica straordinaria, ma è anche una strana, magica storia d’amore tra un uomo bianco e una ragazza della tribù, che diverrà sua futura moglie.
Nel 2014 il regista tedesco Micheal Olbert dirige l’omonimo documentario, che fin da subito riscuote premi e apprezzamenti ovunque. Nel film alle riprese dentro la foresta si affiancano quelle tra i grattacieli di Manhattan, dove Sarno porta per alcune settimane il figlio Samedì a seguito di un voto fatto agli spiriti per averlo salvato da una malattia.
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Il libro di Louis Sarno è stato una delle principali fonti di ispirazione per il concepimento di POLYPHONIE.
Per un approfondimento consiglio senz’altro il blog dell’amico Borguez alla pagina dedicata, oppure il sito www.pygmies.org, a cura di Luis Devin, etnomusicologo italiano autore del racconto autobiografico La foresta ti ha. Storia di un’iniziazione (Castelvecchi-LIT, 2012). Infine segnalo un altro bellissimo documentario sull’esperienza di Lous Sarno intitolato Un americano tra i Bayaka, a cura degli italiani M.Aliotta e A.Marchi (2003).
Marco Zanotti
direttore della Classica Orchestra Afrobeat