La gioia al Manzoni

Per POLYPHONIE non poteva essere un debutto migliore, il 28 gennaio scorso all’Auditorium Manzoni di Bologna.

Come già nelle settimane precedenti allo spettacolo, abbiamo avvertito l’affetto e la stima di tanta gente, amici e sconosciuti. Questo naturalmente ci motiva e ci gratifica. In sala erano presenti 800 persone.

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Prima di salire sul palco dietro le quinte abbiamo compiuto un rito pagano di silenzio e comunione, abbiamo coordinato i nostri respiri alla ricerca di una percezione e una cura dell’insieme. Il concerto in sè, per noi, è stato un’estasi. La riprova che amiamo il nostro mestiere meraviglioso.

Personalmente non mi aspettavo che il messaggio di POLYPHONIE venisse colto dal pubblico con tale forza e chiarezza. Al di là della retorica, devo pure ammettere che alla fine del concerto parecchie persone sono venute a salutarci (e a conoscerci) con le guance bagnate, portandoci parole di Gioia e di Bellezza. A riprova di ciò, nei giorni a seguire siamo stati sommersi da commenti emozionati ed emozionanti che non ho potuto fare a meno di trascrivere, qui.

 

La produzione di uno spettacolo ex-novo, tanto più con velleità teatrali come POLYPHONIE (vedi scenografie, costumi, sceneggiatura, ecc.) ci ha appassionato ma anche consumato molte energie, tanto più se si considera che non abbiamo beneficiato di sponsor alcuno né di finanziamenti. Anche per questo è stata fondamentale l’empatia gioiosa che si è creata tra platea e palco in un luogo importante per la Cultura come il Teatro Manzoni, che ringraziamo per averci ospitato nel suo cartellone sempre così affollato di nomi altisonanti.

Digerita la sbornia del debutto, ci siamo già messi al lavoro per aggiustare alcuni dettagli sia tecnici che artistici, ma soprattutto per portare al più presto POLYPHONIE nei teatri e nei festival di tutta Italia e speriamo anche all’estero. Per noi questo repertorio è un rito musicale collettivo che sentiamo intimamente nostro, essendo cucito su misura sul nostro ensemble con composizioni esclusivamente originali.

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A differenza degli altri due dischi che registrammo dal vivo (Shrine on you, Fela nel Teatro Comunale di Russi e Regard sur le Passé al Teatro Alighieri per Ravenna Festival) credo che questo lavoro meriti una cura dei suoni e delle dinamiche che, anche con tutte le attenzioni del caso, difficilmente si riesce ad ottenere da una registrazione live. E’ per questo che ad aprile entreremo in sala di registrazione e se tutto va bene in autunno uscirà il disco. Ok, ok, probabilmente sul disco finiranno anche alcune tracce estrapolate dalla registrazione del concerto del Manzoni… Perché quell’empatia gioiosa è davvero cosa rara e tutti ne abbiamo bisogno.

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Un grazie “interno” a tutta la famiglia allargata di POLYPHONIE, coloro che ci hanno dato una mano salendo con entrambi i piedi sul carrozzone: Giovanni Cavalcoli (luci), Domenico Demattia (scenografie e artwork sui costumi), Giovanna Caputi (costumi) e il magnifico Coro di POLYPHONIE, composto da una parte del Coro Farthan (diretto da Elide Melchioni) e dai cantanti della Masterclass di Polifonie Vocali Africane tenuto da Njamy Sitson il 9/1/2016. Grazie ai collaboratori di sempre Federico Vitali (video), Laura Angelini (foto), Andrea Scardovi (audio), grazie ad Alessandra Zattoni e Mauro Tabanelli per i Totem, a Denise, Gianni, Manuel, Alice, Borguez per i consigli e ai partner che ci hanno sostenuto nella promozione: Human Rights Nights, il Museo della Musica di Bologna, la Cineteca di Bologna, Borsari, Corretto Samba, Djembe-Tà, il Laboratorio Sociale Afrobeat, il Duna Studio e Brutture Moderne.

Grazie a tutti coloro che continuano a sostenerci con affetto e stima.

A prestissimo!

 

Marco Zanotti

per Classica Orchestra Afrobeat

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