artwork “Il Temp(i)o Metalmeccanico Per Artigiano Metropolitano, nel Centenario dell’Esposizione di Arti Applicate, Torino 2002. Direttore Artistico Biffi Gentili Vincenzo” by Mutoids Waste Company
We’re almost ready to announce the amazing featuring and all the details about our fourth album
It will be released on all digital stores on the 13th of October
produced by Brutture Moderne and Classica Orchestra Afrobeat
press office: l’Altoparlante
Once again the Classica Orchestra Afrobeat is irreverent and joyful in an intercultural territory that stimulates an individual and collective reflection on coexistence in an ethical and sustainable environment, where time and life are not straight lines but CIRCLES with an infinite spiral.
The seasons, the rains and the stars follow circular movements, while the plastic, the concrete and the logic of the profit are straight lines.
Among the rites, the prayers, the songs and the music of many ancient or indigenous cultures, people’s search for a greater degree of spirituality is conveyed by circular movements or geographies, which generate abstraction, knowledge and, ultimately, peace and joy. As in an upward spiral, the collective rite tends to raise the spirit of people above material matters, to better understand the past and observe the future.
For example, the musical instruments mbira and sanza (lamellophones, South and Central Africa), tell about a circular concept of music and life, which takes its cue from a continuous and vital dialogue with the ancestors who are in heaven, to whom people on earth ask for comfort and wisdom in daily choices.
Expanding the perspective, the sound and imaginary mosaic that is composed in CIRCLES represent the world in a disthopic future, in which the human being finally looks up toward a more noble, sustainable and harmonious life. A fundamental aspect of this future is inevitably the focus on ecology, from upcycling to the circular economy.
Cristina Adamo flute, piccolo, alto flute
Silvia Turtura oboe, english horn
Tim Trevor-Briscoe clarinet, bass clarinet, sax
Elide Melchioni bassoon
Alessandro Bonetti violin
Nicoletta Bassetti violin
Manuela Trombini viola
Francesco Guerri cello
Francesco Giampaoli double bass, bass
Valeria Montanari harpsichord
Anna Palumbo sanza, mbira, percussions
Cristiano Buffolino percussions
Valeria Nasci percussions
Marco Zanotti drums, mbira, percussions
Andrea Scardovi tech engineer and supervisor
Lyle Doighead and Nikki Rifiutile (Mutoids Waste Company) scenographies
A giugno nell’imponente Teatro Alighieri di Ravenna e in agosto nella cornice suggestiva del Parco Scolacium di Roccelletta Borgia (CZ) abbiamo messo in scena “Regard sur le passé”, l’epica mandinga dell’ultimo imperatore d’Africa.
A due anni esatti dall’uscita di Shrine on You, dedicato a Fela Kuti, ecco il secondo capitolo della nostra produzione musicale: una suite in tre movimenti ad organico ampliato: 2 voci soliste, 4 archi, 4 fiati, clavicembalo, batteria e percussioni.
Il prestigioso Ravenna Festival ci ha prodotto questo ambizioso spettacolo, portando a compimento il nostro lavoro di ricerca, trascrizione, adattamento, scrittura ed arrangiamento che ci ha visto impegnati circa un anno e mezzo. Sekouba Bambino e Baba Sissoko non sono solo degli ospiti di questo progetto, ne sono interpreti fondamentali, protagonisti e calorosi sostenitori. Per noi è un onore condividere il palco con due griot del loro spessore umano ed artistico.
L’opera della Bembeya Jazz National è uno dei (tanti) tesori della musica africana moderna. Lo è perchè rappresenta allo stesso tempo ed in maniera esemplare la tradizione secolare dei canti dei griot mandingo, nella fattispecie il “Keme Bourema”, e al contempo l’entusiastico slancio dell’Africa Occidentale post-indipendenza verso la modernità.
Non è più solo “Afrobeat” nella declinazione filologica del suo inventore Fela Kuti, nè tantomeno è “classico” in senso stretto. Ora lo spettro si amplia e ad incontrarsi sono, più in generale, le musiche antiche dei due continenti africano ed europeo. Il canto di Sekouba Bambino, i racconti di Baba Sissoko e la musica della Classica Orchestra Afrobeat si intrecciano per quasi un’ora e mezza, mentre si dipanano i capitoli della narrazione della storia dell’ultimo impero d’Africa. Si susseguono così fasti e sconfitte, riflessioni e pompose esplosioni di allegria. Nel momento della battaglia più cruenta le percussioni incalzano gli scontri tra le truppe francesi e l’esercito di Samory Toure, poco dopo gli archi annunciano la vittoria dei mandingo ed il canto di un’ocarina evoca il loro riposo notturno. L’orchestra alterna improvvisazioni dal sapore barocco a incursioni nella musica popolare, con strumenti come la piva emiliana e la fisarmonica, mentre negli intervalli tra i tre movimenti della suite esegue, con un organico piuttosto originale, due composizioni del XVI sec: una sinfonia di Salomone Rossi e una passacalle di Andrea Falconieri.
In questi due “debutti” abbiamo registrato quello che diventerà il nostro secondo disco, prodotto sempre da Sidecar/Brutture Moderne, in uscita a gennaio 2014. Due ringraziamenti specialissimi vanno a Fabrizio di Baldo e Matteo Zanotti, i due artisti che hanno disegnato apposta per questo spettacolo le bellissime tavole raffiguranti i tre protagonisti dell’epica.
Un grazie ed un complimento a Ravenna Festival che ci ha prodotto lo spettacolo e ad Armonie d’Arte che lo ha co-prodotto. Tutti i crediti e la sinossi dello spettacolo QUI.